Buonuscita per licenziamento è l’espressione che viene spesso utilizzata per indicare il corrispettivo che spetta al lavoratore in caso di licenziamento (sempre su questo blog v. anche qui).
In realtà l’espressione buonuscita per licenziamento è impropria. Nel nostro ordinamento, infatti, non è mai utilizzata come espressione.
La nostra legislazione prevede semplicemente delle regole in caso di licenziamento ingiustificato o illegittimo.
In sostanza, viene prevista la reintegrazione sul posto di lavoro o il risarcimento del danno in favore del lavoratore che viene licenziato ingiustamente. Viceversa, se il licenziamento è valido e giustificato (sia esso per motivi soggettivo, come ad esempio nel caso di furto, oppure per motivi oggettivi, ad esempio per cessazione dell’attività) al dipendente non spetta nessun risarcimento.
Cominciamo quindi con il dire che non esiste il diritto alla buonuscita per licenziamento.
E’ più corretto parlare di riconoscimento di un corrispettivo al dipendente per rinunciare all’impugnativa di licenziamento.
Ebbene, più il licenziamento è infondato più è facile che il datore di lavoro, onde evitare di subire una causa legale, sia disposto a pagare una buonuscita per licenziamento.
Ciò detto, come si calcola la buonuscita per licenziamento?
Due sono i parametri da considerare.
Prima di tutto, come anticipato, bisogna considerare quanto è giustificato il licenziamento. Più è giustificato il licenziamento più è probabile che il lavoratore perda la causa di impugnativa, quindi direttamente più bassa sarà la buonuscita.
In secondo luogo, si deve considerare quale sarebbe la tutela applicata per il caso di licenziamento illegittimo. Nel nostro paese infatti ci sono diverse tutele, e la principale differenza è tra aziende con più di 15 dipendenti e aziende con meno di 15 dipendenti.
In linea generale nelle aziende con meno di 15 dipendenti in caso di licenziamento illegittimo al lavoratore spetta un risarcimento del danno da 2 a 6 mensilità mentre nelle aziende con più di 15 dipendenti il risarcimento del danno può arrivare fino a 24/36 mesi.
Ricapitolando: in caso di azienda con più di 15 dipendenti e un licenziamento ingiustificato, la buonuscita per licenziamento può essere elevata, anche di 24 mensilità. In caso di licenziamento solido con piccole aziende, la buonuscita per licenziamento sarà molto bassa, una o due mensilità.
Le variabili in giorno e le tante regole normative in vigore impongono, per valutare una proposta di buonuscita di rivolgersi ad un avvocato del lavoro che con l’esperienza e la conoscenza delle regole saprà consigliare al dipendente le soluzioni migliori e di maggior tutela per il singolo caso.
I professionisti legali sapranno anche consigliare sulle regole di assoggettamento fiscale e contributivo della buonuscita di licenziamento.